Sicurezza
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Non sono solito scrivere degli aggiornamenti relativi alle nuove versioni, ma stavolta con la nuova versione di WordPress 5.5 lo faccio volentieri perché ritengo che quelli di Automattic abbiano fatto un gran bel lavoro sotto alcuni punti di vista davvero rilevanti ai fini del CMS. Questa versione è uscita il 12 di Agosto 2020 e,...

WordPress più il plugin WooCommerce è una combo perfetta per mettere in piedi un signor e-commerce e vendere online prodotti o servizi, inoltre, per cominciare a vendere i metodi di pagamento già integrati sono il bonifico bancario, i pagamenti con assegno, quelli alla consegna ed infine PayPal. Mi soffermo su quest'ultimo oggi, perché è principalmente quello più usato da chi fa acquisti online e merita un dettaglio degno di nota quando lo si deve configurare con WooCommerce.La sua configurazione infatti è piuttosto semplice, ma come facciamo a sapere se durante il processo di acquisto di un utente che paga con PayPal fila tutto liscio? Di certo non possiamo darlo per scontato perché anche se "tendenzialmente" dovrebbe funzionare tutto, i problemi tecnici sono sempre dietro l'angolo, e di certo non conviene fare delle prove ufficiali con prodotti reale perché ci rimetteremmo dei soldi veri.

La soluzione è Sandbox di PayPal

A questo dilemma però è PayPal stessa che ci offre un'opportunità d'oro per eseguire una prova del nove gratuita nel testare i pagamenti online di PayPal con WooCommerce fino alla fine del processo di acquisto. Questo sistema di PayPal si chiama Sandbox e, una volta creato un account Business per il vostro e-commerce, creerà automaticamente due account di prova, rispettivamente uno per il venditore ed uno per l'acquirente.
Si comincia innanzitutto creando un account da sviluppatore che ci consentirà di creare poi quei due account fittizi citati poco fa, per farlo ci si dirige al link Developer di Paypal. Arrivati al pannello di controllo, troverete un menu a sinistra con la voce Sandbox > Account, qui potrete subito notare che PayPal vi ha già automaticamente creato due account con due rispettivi indirizzi email fittizi, entrambi riportano un'etichetta: Personal e Business.

La recente normativa sulla privacy è stata una gran seccatura, scusate la franchezza ma è così, questo perché purtroppo come sempre qualche furbetto ha fatto un uso spropositato dei dati degli utenti e l'Unione Europea ha deciso così di correre ai ripari facendo di tutta l'erba un fascio e costringendo così tutti ad adeguarsi in un determinato modo. In parte ci può anche stare, in questo articolo ho deciso di spiegare come configurare Cookiebot su WordPress, uno dei plugin che più si avvicinano nel mettere a norma un sito web.

Cookiebot è un plugin ben fatto che nella sua verisone gratuita "regolarizza" (lo metto tra virgolette perché è ovviamente da prendere con le molle trattandosi di norme legislative) un sito WordPress fino a 100 pagine. Attenzione però, perché nel

Difendersi dallo SPAM su WordPress è sempre una gran seccatura, soprattutto per chi ha un sito e ne riceve a tonnellate. Di sistemi di difesa ne esistono a tonnellate, basti pensare al recaptcha di Google o ad Akismet tato per citarne un paio, oggi però volevo proporvene uno molto semplice ma anche efficace in determinate situazioni, soprattutto se usate un plugin come Contact Form 7, uno dei plugin di WordPresss più strausati per i moduli di contatto.
CF7 (è l'acronico di Contact Form 7, non è un calciatore) tra le sue funzionalità ne possiede una che può fungere da ostacolo allo SPAM che in pochi conoscono e che è anche estremamente semplice da implementare, si tratta infatti di

Quello che è successo poche ore fa è stata una vera bomba per la sicurezza digitale, si tratta infatti di una delle più grandi violazioni (detta propriamente mega hack) con ben 773 milioni di indirizzi e-mail e 22 milioni di password violate e scoperte in un file di oltre 87 Gb di peso pubblicato sul famoso sito di hosting Mega. Scoperta fatta grazie a Troy Hunt, lo stesso ricercatore ha anche fornito un semplice sistema per controllare se la propria email è stata violata ed è presente in questo enorme database.

Basta andare al sito

Con la corsa alla messa in sicurezza dei siti web che si sta verificando negli ultimi tempi, capire quali elementi del sito non sono sicuri dopo il passaggio da HTTP ad HTTPS è diventato pressoché vitale. Diciamo che se devi realizzare un sito da zero parti avvantaggiato, poiché una volta acquistato dominio e piano hosting non ti resta che richiedere al tuo provider l'installazione del certificato SSL ed il gioco è fatto, ma se devi migrare un sito esistente da HTTP in HTTPS, allora qualche noia potresti anche riscontrarla.

Su WordPress, una volta attivato il certificato da parte del tuo hosting, non ti resta che andare su

Questo articolo su come aumentare la sicurezza di un sito realizzato con WordPress, non è altro che il seguito di quello scritto qualche tempo fa su come mettere in sicurezza WordPress, che include alcune tecniche da adottare per mettere al sicuro l'installazione del famoso CMS. Il consiglio pertanto, è quello di leggere prima il precedente articolo, mettere in pratica tutti i vari punti di sicurezza e, successivamente, passare a quelli elencati di seguito. Detto ciò, procediamo con questi due semplici "rinforzi" che per essere eseguiti non necessitano di

Anche se nessuno conosce l'algoritmo che la compone, la SEO è in continua evoluzione e, per tutti i possessori di un sito web i primi posti nel ranking di Google sono un obbiettivo che fa gola. Arrivare lassù in cima però non è semplice, richiede investimenti di denaro e di tempo, e dato che Google domina nel panorama dei motori di ricerca, diventa inevitabilmente vitale conoscerne gli sviluppi.

Questo articolo quindi è la dimostrazione di come si dovrebbero conoscere almeno i seguenti elementi della SEO di Google.

"Il backup, che Dio lo benedica", opure "Il backup, questo sconosciuto", a quale di queste due citazioni senti di far parte? Se rientri nel primo gruppo vuol dire cha hai compreso l'importanza di eseguire i backup di salvataggio, se invece sei più per la seconda, allora devi per forza imparare questa strategia salvavita, e la parola salvavita non è un'eagerazione. Poiché anche a me ha salvato la vita molte volte, e non solo a me, ma anche ai miei clienti, mi sembra doveroso dedicargli almeno alcune righe per condividere come dovrebbe essere applicata una corretta strategia per gestire i backup di un sito WordPress. Bando alle chiacchiere allora, ecco alcuni consigli pratici su come organizzare i backup, vostro o dei vostri clienti: