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L'articolo di oggi si discosta un po' dal mio lavoro di sviluppare siti web, ma è comunque altrettanto importante in chiave di risultati nei motori di ricerca e può dare una mano anche a chi non possiede un sito web. Si perché Google My Business è un prodotto di Google che non va nè sottovalutato nè ignorato, tanto per cominciare è gratuito, quindi motivo in più per usufruirne e seconda cosa ti consente di avere una presenza online fissa nelle ricerche degli utenti, potendo così fronteggiare i tuoi diretti concorrenti locali già presenti.

Le immagini pesanti possono diventare un gran bel problema per i siti web, soprattutto perché vanno ad influire negativamente sui tempi di caricamento del sito stesso. E se questo non fosse già abbastanza, un sito lento influenza anche la SEO poiché potrebbe notevolmente aumentare la frequenza di rimbalzo e la lentezza potrebbe anche far spazientire i visitatori davanti allo schermo.

Sicuramente, le foto in un sito hanno un notevole impatto, motivo per cui è buona regola ottimizzare le immagini in WordPress prima di caricarle, il motivo poi si amplifica se possiedi un sito con centinaia o migliaia di fotografie, va da sè quindi che in questi casi più estremi, la loro ottimizzazione non è solo una buona pratica, bensì un obbligo vitale.

Fare una manutenzione ciclica e costante ad un sito è una buona azione, ma se ne devi gestire più di uno, farla a decine o centinaia di siti web diventa praticamente un secondo lavoro, soprattutto se determinate operazioni decidi di svolgerle manualmente.

È fuori dubbio che la manutenziona vada fatta e su questo non ci piove, anche perché non farla equivale ad abbandonare il sito a morte certa, situazione che purtroppo ho già vissuto in poche (fortunatamene) occasioni quando sono stato contattato da alcuni clienti dai quali ho ereditato il lavoro abbandonato da altri. A parte questo doveroso antipasto però, esiste un metodo per monitorare periodicamente, automaticamente e gratuitamente lo stato di salute di un sito web.

Per trasferire file di grandi dimensioni usiamo spesso servizi di terze parti, quello che io uso maggiormente è WeTransfer, anche se è un buon servzio, la seccatura è che ti consente di uploadare fino ad un massimo di 2Gb. Ma se ho bisogno di trasferire file di dimensioni superiori nell'ordine di decine e decine di gigabyte? Di recente ho scoperto che Dropbox permette di trasferire gratuitamente file fino a 100Gb ad uno o più utenti grazie al suo servizio chiamato Dropbox Transfer. È ovvio che se siete già utenti/clienti di Dropbox si tratta di un servizio aggiuntivo, in caso contrario, potrete comunque usarlo come servizio saltuario allo stesso modo di WeTransfer oppure di Smash, altro ottimo servizio di trasferimento di file di cui ho scritto tempo fa in questo articolo. Quali sono le caratteristiche offerte da questo nuovo servizio di Dropbox?

WordPress più il plugin WooCommerce è una combo perfetta per mettere in piedi un signor e-commerce e vendere online prodotti o servizi, inoltre, per cominciare a vendere i metodi di pagamento già integrati sono il bonifico bancario, i pagamenti con assegno, quelli alla consegna ed infine PayPal. Mi soffermo su quest'ultimo oggi, perché è principalmente quello più usato da chi fa acquisti online e merita un dettaglio degno di nota quando lo si deve configurare con WooCommerce.La sua configurazione infatti è piuttosto semplice, ma come facciamo a sapere se durante il processo di acquisto di un utente che paga con PayPal fila tutto liscio? Di certo non possiamo darlo per scontato perché anche se "tendenzialmente" dovrebbe funzionare tutto, i problemi tecnici sono sempre dietro l'angolo, e di certo non conviene fare delle prove ufficiali con prodotti reale perché ci rimetteremmo dei soldi veri.

La soluzione è Sandbox di PayPal

A questo dilemma però è PayPal stessa che ci offre un'opportunità d'oro per eseguire una prova del nove gratuita nel testare i pagamenti online di PayPal con WooCommerce fino alla fine del processo di acquisto. Questo sistema di PayPal si chiama Sandbox e, una volta creato un account Business per il vostro e-commerce, creerà automaticamente due account di prova, rispettivamente uno per il venditore ed uno per l'acquirente.
Si comincia innanzitutto creando un account da sviluppatore che ci consentirà di creare poi quei due account fittizi citati poco fa, per farlo ci si dirige al link Developer di Paypal. Arrivati al pannello di controllo, troverete un menu a sinistra con la voce Sandbox > Account, qui potrete subito notare che PayPal vi ha già automaticamente creato due account con due rispettivi indirizzi email fittizi, entrambi riportano un'etichetta: Personal e Business.

Contact Form 7 è un gran plugin di WordPress usato per la crezione dei moduli di contatto, funziona alla grande ma talvolta può generare un errore che sembra all'apparenza strano ma che in realtà è semplicissimo da risolvere. Quello piuttosto comune è l'errore di configurazione delle intestazioni addizionali, il quale restituisce il messaggio "La sintassi per l’indirizzo di posta nel campo Reply-to non è valida.".

Questo errore compare a video nella scheda

Che tu sia un grafico, un tipografo o un web designer, davanti ai tuoi occhi nell'arco di una vita passeranno un numero di font impossibile da quantificabile, basti pensare che questo avviene anche semplicemente stando comodamente a casa o ogni qualvolta mettiamo il naso fuori. Siamo totalmente circondati dai font e a volte senza neanche accorgercene, anche se in realtà la psicologia ci insegna che il nostro cervello cattura ugualmente, e persino inconsciamente, una pubblicità, un'immagine o un video. Di conseguenza, usare un font o un altro all'interno di un progetto di comunicazione fa tutta la differenza del mondo in quest'arte visiva.

Per questo motivo di seguito trovate tre link che consentiranno, a chi vorrà farlo per lavoro o passione, di scaricare gratuitamente dei libri esclusivi e molto specifici sui font e tutto ciò che

La recente normativa sulla privacy è stata una gran seccatura, scusate la franchezza ma è così, questo perché purtroppo come sempre qualche furbetto ha fatto un uso spropositato dei dati degli utenti e l'Unione Europea ha deciso così di correre ai ripari facendo di tutta l'erba un fascio e costringendo così tutti ad adeguarsi in un determinato modo. In parte ci può anche stare, in questo articolo ho deciso di spiegare come configurare Cookiebot su WordPress, uno dei plugin che più si avvicinano nel mettere a norma un sito web.

Cookiebot è un plugin ben fatto che nella sua verisone gratuita "regolarizza" (lo metto tra virgolette perché è ovviamente da prendere con le molle trattandosi di norme legislative) un sito WordPress fino a 100 pagine. Attenzione però, perché nel

Questo articolo è il seguito di quello scritto qualche tempo fa su come Inserire un anchor link in un sito WordPress, stavlta però l'intento sarà come creare un anchor link ad un'altra pagina in WordPress. Il concetto di base è lo stesso, cambia però la funzionalità, anche per l'utente finale, perché nel caso di quell'articolo l'anchor link in questione era interno alla stessa pagina, stavolta invece l'anchor link sarà per una pagina diversa anche se dello stesso sito.

Facciamo un esempio pratico come sempre, diciamo che abbiamo la nostra classica pagina Home nella quale è presente un link con scritto Contattami e che l'utente che cliccherà su di esso verrà automaticamentte reindirizzato alla pagina Contatti del tuo sito, una situazione piuttosto comune quindi. La prima cosa da fare è andare

Scrivere un blog aziendale è un grosso impegno, anzi diciamo che in certi casi è un lavoro parallelo e sapere se questo lavoro viene letto e da quanti utenti offre quantomeno una soddisfazione postuma, soprattutto perché ti permette di capire anche quali argomenti scrivere e come incentrare le campagne pubblicitarie. Questo articolo infatti serve a sapere come monitorare e visualizzare le visite degli articoli del tuo blog di WordPress, così facendo infatti sia tu che i tuoi lettori potete vedere anche il numero di volte che quell'articolo viene letto, il che offre anche una certo valore.

Si tratta di una funzionalità abbastanza nota che mostra il coinvolgimento degli utenti che arrivano sul tuo singolo articolo e per integrarla bastano 3 semplici passaggi, ossia